Ho visto quasi per caso Zelig di Woody Allen.
Geniale parodia dei documentari degli anni '20-'30, mi ha fatto scoprire il genio creativo di Allen.
Un'idea incredibile sta dietro a questo film che vuole smascherare con toni parodistici sapientemente studiati il male della società occidentale: il conformismo.
Il tutto è realizzato con una grandissima tecnica che permette al protagonista Leonard Zelig di ritrovarsi per esempio, in una scena, alle spalle di Hitler (anticipando notevolmente Forrest Gump) e tutto è pervaso da una fine intelligenza che, senza farci fare grandi risate (come magari ci potremmo aspettare), riporta un caso limite analizzato patologicamente.
Leonard Zelig è un misterioso personaggio afflitto da una "malattia" che lo porta ad integrarsi perfettamente in ogni situazione cambiando carattere e addirittura cambiando fisicamente non facendolo mai sentire a disagio (diventa nero parlando con neri, diventa un aristocratico trattando con l'alta società).
L'assoluto bisogno di integrarsi porta questo individuo ad annullare la propria personalità, scegliendo, più facilmente, di imitare passivamente chi lo circonda.
Tutto ciò ovviamente è più comodo e fa riflettere sul come sia facile smettere di usare la propria testa e far pensare agli altri per se. E mi vengono in mente gli ultras, la maggior parte dei miei coetanei, i reality, i totalitarismi.
Questo film apre uno squarcio gigantesco su numerose problematiche che potrebbero sorgere anche per la prima volta attraverso la sua visione.
Sicuramente mi sento di consigliare la visione di questo film e in più vi chiedo: avete altri film di Woody Allen da consigliarmi?
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lunedì 17 dicembre 2007
Zelig (il film)
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